La forza delle idee condivise - CorrieredelMezzogiorno.it

2022-12-06 16:06:36 By : Ms. Peng Sunny

È di questi giorni la notizia che nel Mezzogiorno come conseguenza dell’imperversare della crisi, economica e non solo per quella, il numero di persone a rischio povertà assoluta, nonostante il reddito di cittadinanza, cresce: negli ultimi 15 anni il numero si è addirittura triplicato passando da 780.000 del 2006 a 2.445.000 nel 2021. La Caritas e la Svimez sottolineano che il dato italiano, già di per sé superiore alla media europea, è notevolmente peggiore al Sud e, all’interno di questa area, il dato maggiormente negativo è quello relativo alla Campania. Il vero problema è che questa tendenza rischia, in assenza di politiche anticicliche incisive, di peggiorare, data la situazione che vede contemporaneamente persistere elevati tassi di inflazione e caduta del tono generale dell’economia. Nell’area di Napoli, nella quale vive la fetta maggiore della popolazione regionale, il fenomeno evidenziato pesa in modo palese, condizionando la vita civile, determinando, inoltre, la diffusione di zone sottosviluppate con evidenti segno di degrado, e marcato abbassamento del tenore di vita. Tutto ciò determina l’innalzamento dell’inquietante fenomeno del malaffare ed il crescere del peso delle organizzazioni criminali che, in modo aberrante, rappresentano, paradossalmente, una distorta valvola di compensazione alla caduta del quadro economico.

In poche parole la pervasiva, capillare presenza delle organizzazioni malavitose che, in qualche modo, controllano il territorio, crea le occasioni per la formazione di reddito di dubbia provenienza e frutto di aberrante distorsione. Tutto ciò, si badi, creando, al di là delle vere e proprie attività criminose, corpose aree di vischiosa opacità contigue all’illegalità diffusa nelle quali, ahinoi, molti vivono. Ovviamente si tratta di incidere sui comportamenti delle persone, avviando significativi percorsi educativi che possano, nel medio periodo, contrastare, attraverso una consapevole crescita della coscienza civica, i fenomeni degenerativi appena richiamati. Il Cardinale Zuppi, presidente della Cei, infatti è preoccupato delle conseguenze del fenomeno della crescita della povertà ed auspica che si possa «investire seriamente sull’educazione… per i giovani del Sud». Perché la povertà, se non contrastata, può divenire «ereditaria» con gravi conseguenze sul futuro del territorio e delle popolazioni ivi presenti. La complessa articolazione che passa fra l’accrescersi delle povertà educative e quelle reddituali genera mostri, e purtroppo sottosviluppo, ed è opportuno che ciascuno, per quanto possibile e con gli strumenti di cui si è dotati, faccia il possibile per contrastare il degrado invertendo la tendenza alla decrescita.

Sotto questo profilo si noti che: gli Enti locali hanno una missione importantissima, che è quella di delimitare i confini ed il quadro di regole entro le quali gli operatori possono muoversi: si tratta, quindi, di dare indicazioni e segnali che, proprio perché nati in un’ottica generale scevra da interessi particolaristici, diano la misura della capacità istituzionale di programmazione ed intervento nel tracciare le linee dello sviluppo del territorio; analogamente, la possibilità di dare un contributo per la crescita non può prescindere dalle imprese, comprendendo in tale segmento anche le istituzioni finanziarie e le banche; si sente la necessità, inoltre, della cultura di cui sono permeate, della loro capacità di rischiare ed innovare, di creare occupazione e ricchezza anche attraverso il lavoro che, in sé, possiede un alto valore caratterizzante, giacché rappresenta per ognuno la stella polare da seguire; infine, in questo scenario diventa cruciale il ruolo svolto dagli enti del terzo settore: infatti, attraverso la conoscenza capillare del territorio, dei suoi bisogni e delle persone che ci vivono, si ha maggiore facilità ad individuare realtà da preservare, nonché progetti per la salvaguardia e la costruzione di nuove iniziative da far nascere perché producano reddito e siano sostenibili nel tempo.

Oltre tutto questo, va ricordato che gli ETS hanno la riconosciuta sensibilità per individuare le persone giuste da coinvolgere quali soggetti trainanti delle iniziative, consentendone la crescita. È quindi fondamentale far si che il rapporto fra istituzioni locali, imprese e terzo settore si sviluppi, cresca e diventi centrale in un tessuto economico debole, storicamente povero di capitali e dove è scarsa la diffusione dell’auto imprenditorialità e troppo forti sono i personalismi, nonché radicata la diffidenza fra gli operatori. Bisognerà quindi, ciascuno per la propria parte, ma con positiva volontà di mettere le proprie capacità a fattor comune, senza personalismi o volontà prevaricatrici, individuare le aree di intervento, dare impulso alle scuole di formazione professionale includendo ogni possibile settore senza dannose esclusioni o preclusioni.

Inoltre, in accordo con le linee indicate dal Pnrr, andrà perseguito uno sviluppo ecosostenibile, con al centro una spinta digitalizzazione relativa sia ai territori, sia ai processi amministrativi e produttivi. Risulta essenziale creare una modalità progettuale dello sviluppo economico del territorio nuova, diversa ed orientata a processi condivisi, dove ogni attore possa avere un ruolo di pari dignità e valore. Solo così sarà possibile dar vita ad un importante, rivoluzionario e duraturo processo di inclusione e sviluppo sociale che mitighi il gap esistente con l’Europa ed il resto d’Italia, senza ridursi in una pomposa ma inutile «fiera delle vanità».

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